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Nato a Saragozza intorno al 1085, Avempace (nome con il quale fu conosciuto in Occidente Abu Bakr Ibn Bajjah), partendo da una profonda conoscenza e analisi dei testi platonici e aristotelici, elaborò un'interessante teoria filosofica secondo la quale l'uomo "solitario", inteso non come colui che si isola dalla società ma partecipa unicamente a ciò che di buono è presente in essa, può sviluppare a fondo le sue facoltà intellettuali fino a conseguire l'unificazione con "l'intelletto attivo", raggiungendo così la felicità suprema.